Arrigo Boito 1842-1918

2020

L’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, nell’ambito delle attività realizzate dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della scomparsa di Arrigo Boito (1918-2018), ha inteso promuovere la conoscenza dell’intellettuale e letterato in Italia e all’estero presso gli istituti italiani di cultura.

A tal fine è stata realizzata la presentazione per immagini Arrigo Boito 1842-1918, che ripercorre tutti i momenti salienti della vita di Arrigo Boito, dalle sue origini ai suoi successi in veste di compositore e librettista, oltre agli incontri dai quali sono scaturite grandi amicizie e vivaci rapporti professionali, si pensi a Franco Faccio, Giuseppe Giacosa, Eleonora Duse e Giuseppe Verdi.

L’esposizione, che viene qui proposta in versione digitale, consta di quindici pannelli: i primi due dedicati alla biografia di Arrigo Boito e a seguire ognuno sviluppa un tema specifico attraverso riproduzioni di fotografie d’epoca, documenti manoscritti, libretti d’opera e riviste, oltre a bozzetti e figurini per illustrare scene e costumi realizzati per le rappresentazioni di Amleto, Mefistofele, La Gioconda, Otello, Falstaff ed Ero e Leandro.

Ampio spazio è stato dato a Mefistofele, unica opera scritta e composta da Arrigo Boito che sia stata allestita mentre l’autore era in vita. Il titolo ha una storia travagliata, con una prima messa in scena a Milano nel 1868, rivelatasi un insuccesso, e una seconda a seguito di importanti modifiche a Bologna nel 1875, che ne decreta una fama duratura. Nel 1881 l'opera viene riproposta a Milano e il successo si estende anche oltre i confini nazionali, come si evince dalle edizioni straniere del libretto proposte.

Non manca inoltre un affondo sul lavoro, forse meno noto, di traduttore e drammaturgo, scaturito dall’incontro con Eleonora Duse. Antonio e Cleopatra, Giulietta e Romeo, Macbeth sono i tre testi shakespeariani tradotti da Arrigo Boito per l’attrice, la quale sceglie di allestire solo il primo. A testimonianza del lavoro di entrambi sul copione è proposto un manoscritto di Eleonora Duse della sua parte levata, nel quale compaiono note di mano di Arrigo Boito.

La proficua collaborazione con Giuseppe Verdi punteggia invece tutto il percorso, dall’Inno delle Nazioni che compare nel pannello dedicato agli anni giovanili ai più maturi libretti di Otello e Falstaff cui è dedicato un pannello ciascuno.

La presentazione si avvia al termine con un pannello dedicato a Nerone, o meglio alla omplessa genesi dell’opera incompiuta di Arrigo Boito, portata in scena postuma nel 1924 da Arturo Toscanini. La stesura di testo e musica accompagna il compositore per gran parte della sua vita, tanto che esiste la tragedia Nerone in 5 atti edita nel 1901 e l’opera Nerone in 4 atti. A documentare il processo di lavoro i manoscritti dell’autore, oltre ad una selezione di albumine provenienti dal Museo Archeologico di Napoli che evidenziano la curiosità culturale di Arrigo Boito, il quale ha lungamente studiato l’epoca storica in cui immergere la sua opera.